L’arte della persuasione
Che capacità ha la rappresentazione di convincere lo spettatore a credere a una “finzione”? Come può la messinscena persuadere della sua “verità”?
Dalla catarsi nella tragedia greca all’Amleto di Shakespeare, dal cinema di Kubrick e Tarkovskij fino alla televisione con i suoi reality show: ciò che viene simulato, finto o recitato, sembra avere un “di più” di realtà che, in certi casi, ci porta a crederlo “più vero del vero”.
In “Solaris”, film capolavoro di Andrej Tarkovskij, un astronauta proveniente dalla Terra giunge sulla stazione orbitante che ruota intorno a un misterioso pianeta. I soli ospiti dell’astronave appaiono angosciati poiché spaventose “presenze” popolano le stanze del modulo spaziale. Queste “apparizioni” hanno una qualche spiegazione? Sono presenze reali o mentali? Immagini della memoria o del desiderio? E in che rapporto sono con “l’oceano pensante” che ricopre il pianeta? Ecco che, in questo caso così emblematico, sono proprio le rappresentazioni dei (nostri) fantasmi ad apparire più vere della realtà…
In “Solaris”, film capolavoro di Andrej Tarkovskij, un astronauta proveniente dalla Terra giunge sulla stazione orbitante che ruota intorno a un misterioso pianeta. I soli ospiti dell’astronave appaiono angosciati poiché spaventose “presenze” popolano le stanze del modulo spaziale. Queste “apparizioni” hanno una qualche spiegazione? Sono presenze reali o mentali? Immagini della memoria o del desiderio? E in che rapporto sono con “l’oceano pensante” che ricopre il pianeta? Ecco che, in questo caso così emblematico, sono proprio le rappresentazioni dei (nostri) fantasmi ad apparire più vere della realtà…