L’Âge mûr nié, lettere di C. Claudel
PRIMA REGIONALE. Da uno studio sul mito di Medusa di Paolo Bignamini, ScenAperta (Legnano), lo spettacolo è tratto dalle lettere di Camille Claudel, drammaturgia di Maddalena Mazzocut-Mis. In scena Federica D’Angelo.
5 novembre – Scilla, Castello Ruffo di Calabria
7 novembre – Locri, Teatro Comunale
Creatrice di forme, Camille Claudel lavora con le mani e con il cuore, esprimendo una forza che la reclusione nell’ospedale psichiatrico di Ville-Evrard, all’età di quarantotto anni, fa emergere con tutta la potenza distruttrice e alienante. Sì, perché la decisione di non creare più è tanto forte, per chi ha nella testa e nel cuore “del genio”, quanto quella di creare: forse di più. Sorella di Paul, assai più noto poeta e drammaturgo, ha la capacità di stargli al fianco senza dover competere: è scultrice.
All’Accademia Colarossi incontra Auguste Rodin, che le chiede di entrare nel suo atelier. È l’inizio di una travagliata storia d’amore, forse la parte più nota della sua esistenza. Perché Camille non crea solo forme, dà le sue forme alle sculture di Rodin e dietro al volto femminile dello splendido e sensuale Baiser, eccola comparire… Ma lo stile di Camille non è quello del maestro.
Dal 1883 in avanti espone le sue opere a Parigi e il suo nome comincia a circolare. Scolpisce L’Âge mûr, incarnazione della sua sofferenza, quando il sentimento per Rodin inizia a trasformarsi in odio, odio infinito, insopportabile, folle. «Delirio di persecuzione basato principalmente su false interpretazioni e false immaginazioni», la sua cartella clinica. Muore sola.
L’Âge mûr nié – Lettere di Camille Claudel
drammaturgia di Maddalena Mazzocut-Mis
(da Corrispondenza di Camille Claudel – Abscondita edizioni)
regia Paolo Bignamini
in scena Federica D’Angelo
scene Francesca Barattini
aiuto regia Francesca Barattini e Shantala Faccinetto
consulenza drammaturgica Chiara Pasetti
foto Ilaria Triolo
organizzazione Carlo Grassi
ScenAperta Altomilanese Teatri
Accademia di Alto Perfezionamento Artistico Musicale “L. Perosi”
in collaborazione con Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali
Si ringraziano: Elena Russo Arman; Civita; Mireille Tissier
NOTA CRITICA
Lo spettacolo si propone con un monologo avvitato attorno alle lettere di di Camille Claudel, scultrice talentuosa dalla vita appiattita addosso a un compagno assai più famoso, Auguste Rodin che la vuole nel suo atelier, e sorella del più famoso poeta e drammaturgo Paul. Il regista Paolo Bignamini propone, col personaggio, uno studio sul Mito della Medusa e il suo speciale sguardo. La travagliata storia dell’artista, su scena, indica attraverso le sue missive, la sua sconfitta e i suoi dolori in trasparenza, fino al punto che facilmente tali sentimenti passano dall’amore all’odio fino a sfociare in una forma di caducità psichica che la porterà a essere rinchiusa in una clinica per malati mentali a causa di gravissime forme maniacali. È proprio “L’Âge mûr”, l’opera su cui ruota lo spettacolo, a rappresentare il suo delirio infelice popolato di fantasmi e persecuzioni. La scena su cui lavora Federica D’angelo si colora dal semibuio che inizialmente la ospita; molto marcato lo studio delle pose e dei simboli. Tra tutti una medusa immersa dentro il liquido trasparente tratteggia un’alienazione sofferta che invece di ferire e colpire isola ed emargina.